La lavanda rappresenta una delle piante più apprezzate per il profumo dei suoi fiori; viene impiegata a scopo squisitamente decorativo, a livello erboristico ed anche per arricchire alcune ricette di cucina. È una varietà caratteristica della macchia mediterranea e predilige gli ambienti soleggiati e il clima piuttosto secco, tant’è che necessita di almeno 8 ore di sole al giorno. La lavanda è in grado di tollerare condizioni climatiche diverse, ma preferisce senza ombra di dubbio la stagione calda. Raggiunge il suo massimo splendore tra la primavera e l’estate e può essere coltivata in vaso, in giardino o nell’orto.

La pianta di lavanda si presenta, a seconda delle specie, con dei fiori profumati e la maggior parte forma cumuli di foglie alte fino a circa 60 centimetri.

Gli steli non ramificati si ergono sopra il suddetto fogliame di colore grigio-verde o argenteo, mentre va sottolineato che i fiori sono anche bianchi, rosa, blu o con varie sfumature di viola.

Alcuni esemplari, come ad esempio il “Grosso“, ovvero una varietà ampiamente diffusa in Italia, è tra le più profumate: si propone con una crescita compatta di circa 90 centimetri tra altezza e larghezza.
Il fogliame, in tal caso, è di colore argento, mentre grandi spighe di fiori dalla forma conica e di colore viola-blu cambiano tonalità sui calici. La pianta di lavanda in oggetto ripete spesso la fioritura verso fine estate.

Il terreno e il clima ideale per coltivazione della lavanda

La lavanda cresce bene in terreni drenanti, sabbiosi o rocciosi. In tal caso potete scegliere di piantarla direttamente nel terrapieno del vostro giardino, oppure in un contenitore largo almeno 45 centimetri e profondo 20 circa.

Premesso ciò, pur trattandosi di un esemplare che tollera bene la siccità, è necessario innaffiarla regolarmente affinché produca i suoi caratteristici fiori profumati.

La pianta ha bisogno di poco fertilizzante, per cui una sola applicazione è sufficiente durante la stagione di crescita. La somministrazione può avvenire cospargendone 1/2 cucchiai del tipo a lento rilascio sul terreno prima di annaffiarlo.

Una fertilizzazione eccessiva renderà infatti la pianta sensibile alle malattie e meno resistente al freddo. In riferimento a quest’ultimo è importante sottolineare che se vivete in un clima che presenta tali caratteristiche e quindi non è l’ideale per la lavanda, bisogna prendere degli accorgimenti per aiutarla a sopravvivere e a produrre una rigogliosa fioritura.

La pianta, tuttavia, prospera molto bene in pieno sole e una buona pacciamatura del suolo è fondamentale in quanto contribuirà a mantenerlo caldo e asciutto, evitando quindi che l’apparato radicale possa marcire.

Se tuttavia il clima è tendenzialmente freddo e la pianta di lavanda viene coltivata in vaso, è opportuno spostarla di volta in volta nelle zone più soleggiate.

Per le piante che vengono coltivate nel terrapieno di un giardino in presenza di un clima con alte precipitazioni, è consigliabile piantarle in un suolo roccioso che drenerà rapidamente il terriccio e nel contempo lo arieggerà.

Quando togliere gli steli di lavanda?

La potatura della lavanda: una delle problematiche più ostica per molti giardinieri fai da te

Molto frequentemente si presenta una problematica comune: la gestione di questa pianta quando si parla di potatura. Sebbene la potatura della lavanda sia piuttosto facile, molti non la attuano per una mancanza di conoscenza e capacità. Gli errori di potatura più comuni sono:

  • Potarla troppo corta;
  • Non potarla quando la zona dove è piantata lo necessita;
  • Sbagliare il periodo di potatura, cosa che comporta la mancata fioritura.

Il miglior modo di trattare questa pianta è quello di fare delle spuntature sulla vegetazione nella parte finale, stando attenti al periodo in cui lo si fa. I mesi migliori per effettuare la potatura di questo arbusto ornamentale sono febbraio, marzo, settembre ed ottobre.

N.B. Queste operazioni sono importanti ed è importante utilizzare gli strumenti adatti, come delle cesoie per la potatura, bene affilate e pulite, per evitare di far soffrire la pianta e causare infezioni.

La moltiplicazione della pianta di lavanda

Per quanto riguarda la moltiplicazione di una pianta di lavanda è importante precisare che in genere avviene per talea (taglio) o per seme. La propagazione per taglio è sicuramente il metodo più semplice per coltivare questa tipologia di pianta, e soprattutto ideale per i giardinieri principianti.

I tagli da praticare in primavera, necessari per favorire la nuova crescita a fine estate o all’inizio dell’autunno, funzionano in tal caso molto bene.

Nello specifico bisogna riempire un vaso di plastica con una miscela umida di terreno semi-sterile e con metà sabbia, assicurandovi nel contempo che il contenitore abbia dei fori di drenaggio alla base.

Premesso ciò, praticate i suddetti tagli lunghi da 2 a 3 centimetri dal gambo, ed usando una lama affilata e ben disinfettata.
Fatto ciò, rimuovete tutte le foglie dal terzo lato inferiore al taglio ed i fiori o i boccioli dalla punta.

Infine, proteggete ogni singola zona con della resina specifica.
La maggior parte delle talee di lavanda si radica in quattro o sei settimane se vengono tenute al caldo.

L’irrigazione della lavanda

Le piante di nuova costituzione di lavanda nate da semi o da talee, per crescere sane e rigogliose hanno bisogno di più acqua rispetto a quelle mature. Le giovani piante infatti necessitano di un’abbondante irrigazione in modo che possano sviluppare un robusto apparato radicale.

Dopo 2 anni, in molti casi, le piante mature dipendono esclusivamente dalle piogge, a condizione che le precipitazioni annuali non superino i 450 mm. Tuttavia, questo fattore è legato anche dalla struttura del suolo e dai livelli di umidità in esso presenti.

Sempre in riferimento a ciò, è importante tener presente che l’eventuale marciume radicale causato da eccessive irrigazioni può generare malattie fungine letali. Di conseguenza, bisogna essere prudenti a non irrigare eccessivamente la pianta, e nel contempo proteggerla nei periodi troppo piovosi.

Per quanto riguarda le zone con un clima decisamente più caldo, molti agricoltori praticano 3-4 sessioni di irrigazione durante i mesi estivi ed in zone senza precipitazioni. In altri casi, viene applicata l’irrigazione a goccia e le piante vanno annaffiate per circa 20 minuti una sola volta alla settimana.

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